Il territorio era abitato già dagli Etruschi, ai quali con molta probabilità si deve l'avvio del processo di bonifica delle paludi residue del Lago Tiberino, con l'incisione della soglia di Torgiano, realizzata per favorire il deflusso delle acque stagnanti del Tevere.
Si ritiene, pur in assenza, ad oggi, di ritrovamenti archeologici che possano confermarlo, che in una località di Torgiano, detta Madonna del Ponte, si trovasse la Villa di Pompeia Celerina, suocera di Plinio il Giovane (I secolo d.C.). All'interno del Museo del Vino sono comunque visibili alcune testimonianze d'età romana, ritrovate fortuitamente in prossimità della confluenza tra Tevere e Chiascio, in località "Crocifisso": una stele sepolcrale del I secolo d.C., una piccola scultura bronzea e un capitello, oltre a numerosi resti di anfore, affiorate in prossimità di Torgiano.
Alle porte del centro abitato di Torgiano, in località Entrata, sono state inoltre rinvenute alcune tombe romane e i resti di un insediamento rustico.
All'epoca delle invasioni barbariche, il territorio torgianese fu quasi totalmente abbandonato e l'insediamento romano distrutto. Nelle spartizioni tra Longobardi e Bizantini, la zona corrispondente all'attuale Torgiano venne assegnata alla giurisdizione bizantina, mentre, sotto l'influenza del Ducato di Spoleto, si pose Rosciano, sul quale esercitava potere diretto la signoria dei Sasso Rosso del Monte di Assisi. Il castello di Rosciano, recuperato e riaperto al pubblico in anni recenti, svetta tra Torgiano e Bettona.
Nel XIII secolo, il Comune di Perugia deliberò la rifondazione del castrum Torsciani, che rimase sotto il suo dominio fino al XVI secolo, quando, dopo un'eroica resistenza, con la sconfitta dei perugini nella "Guerra del Sale" (1540), divenne territorio dello Stato della Chiesa e vi rimase, salvo il periodo dell'occupazione francese, fino al momento dell'annessione al Regno d'Italia.