Nino Caruso, nato a Tripoli nel 1928, vive e lavora tra Todi e Roma; è profondamente legato alla città di Torgiano, alla quale ha dato un notevole apporto culturale, contribuendo alla qualificazione del centro storico e del "Parco delle Sculture" di Brufa.
La raccolta delle cinquantotto opere, donate da Nino Caruso alla città, è articolata nelle prime tre sale del Museo e documenta, attraverso molteplici tecniche che l'artista ha dettagliatamente descritto in manuali e testi teorici, il lavoro del maestro d'arte ceramica contemporanea dagli inizi dell'attività - anni Cinquanta - fino al 2008.
La prima sala - Sala dei Mitovasi - ospita le opere realizzate tra il 1983 e il 2008, una serie di sculture dal titolo "Mitovasi" che evocano i segni del lontano passato degli etruschi con il trono, lo scudo rituale, l'urna funeraria, l'elmo. Le stesse tipologie del vaso e della lucerna reinterpretano in chiave contemporanea temi tradizionali.
La seconda sala - Sala delle prime sculture - espone le prime sculture in ordine cronologico, dal 1955 al 1963. Queste opere utilizzano smalti dalle superfici scabre, opache con colori tenui, che indicano già l'intento sperimentale, una componente ricorrente del lavoro di Caruso.
La terza sala - Steli e colonne - raccogli opere realizzate dal 1972 al 2006, che reinterpretano in chiave contemporanea le tipologie della stele, della colonna, dei portali, confermando il rapporto con le forme di tradizione dell'architettura.
Memorie oniriche sono state realizzate in tempi alterni, dal 1998 al 2002, e s'ispirano a una serie di sogni ricorrenti del maestro. Sculture dall'atteggiamento ieratico che nell'utilizzo dei quattro elementi naturali - terra, acqua, fuoco e aria - richiamano materiali e tecniche primordiali.
Africa Africa sono opere che l'artista ha realizzato dal 2006 al 2008, in omaggio alla terra nativa, pur essendo di ascendenza siciliana; utilizzano tecniche miste e sono cotte spesso in atmosfera riducente per ottenere il nero metallico.