L'azienda di circa 35 ha è situata nel comune di Torgiano in un territorio anticamente abitato dagli Etruschi. Una parte è collocata vicino alla confluenza del fiume Chiascio con il Tevere e un'altra parte in collina ad un'altitudine tra i 200 e i 400 m s.l.m. I terreni, inizialmente appartenuti alla famiglia Lungarotti, negli anni '70 passarono a Mario Cascianelli, figlio di Maria Lungarotti, avvocato con una grande passione per la terra. Sarà proprio lui a notare come queste terre abbiano una spiccata vocazione per la frutticoltura, tra cui viti, olivi e ciliegi.
Nel 2012 nasce la Fattoria Mani di Luna, società costituita da tre amici (Simone, Rocco ed Alessandro) con il comune intento di riqualificare l'azienda riconvertendola al biologico ed ai metodi dell'agricoltura Biodinamica. La fattoria segue i cicli lunari associati ai moti delle costellazioni e attraverso lavorazioni manuali ed artigianali cerca di ottenere prodotti naturali di alto valore nutrizionale ed energetico nel rispetto delle piante e dell'ambiente.
I nostri metodi di vinificazione artigianale impongono uno stretto contatto fisico con la materia prima, l'uva; attraverso le mani e rispettando i cicli lunari assecondiamo la trasformazione dell'uva in vino.
Le uve sono vendemmiate a mano in cassette da 15 Kg effettuando un'accurata cernita in vigna. La maggior parte delle uve vengono diraspate a mano in modo da rendere l'operazione più soffice e delicata rispetto a quella eseguita a macchina. Poi in un clima di festa danziamo sulle uve per trasmettere la giusta energia al mosto e farlo fermentare spontaneamente. Dopo varie sperimentazioni, infatti, abbiamo constatato che la pigiatura con i piedi, abbinata alla diraspatura manuale, è il miglior metodo per preservare ed esaltare le caratteristiche qualitative delle uve di partenza. I nostri vini bianchi sono in parte macerati brevemente sulle bucce ed in parte pressati a grappoli interi molto sofficemente su torchi di legno verticali.
Usiamo solo i lieviti indigeni presenti sulle bucce, mediante il metodo del "pie de cuve" per evitare fermentazioni incontrollate. Una volta che il mosto è diventato vino viene travasato in giorni di frutti seguendo i calendari lunari e passa tutto l'inverno sulle proprie fecce fini che vengono riportate in sospensione da batonnage settimanali in modo da assicurare maggiore stabilità e ricchezza ai vini.
La messa in bottiglia è preceduta da soli travasi, dettati dal tempo e dalle costellazioni, atti a illimpidire il vino, senza eseguire nessun tipo di chiarifica o filtrazione. Solo nel caso in cui non è stato possibile illimpidire il vino naturalmente filtriamo il vino con filtri sgrossanti molto larghi per non perdere le caratteristiche di volume e corpo date dal prolungato contatto con le fecce fini.
Aggiungiamo solo piccole dosi di solfiti senza aggiungere nessun altro prodotto chimico enologico.
I vini dimorano in contenitori di cemento vetrificato e di acciaio inox. Stiamo sperimentando anche piccoli orci di terracotta, che in futuro verranno usati nel caso in cui ci piacessero i risultati raggiunti.
Usiamo in affinamento dei cristalli di quarzo di varie specie a seconda dei vini per affinarne i profumi e donare una particolare caratteristica energetica al prodotto (almeno così ci piace pensare).
Vinifichiamo tenendo ben presente che l'elemento fondamentale per produrre vini di qualità è la passione, l'amore e le attente cure che doniamo ai vini, considerandoli un po' come nostri figli.